martedì 14 febbraio 2012


L'INVERNO DELLA VITA



Questo post è per Whitney, Carlo e il mio amico Giovanni.
Questo post è per loro.
Foglie cadute nell'autunno della vita.
Questo post è per loro.
Per loro e per i barboni, foglie vissute nell'inverno della vita, che strenuamente sono rimaste attaccate all'albero e che il freddo di questi giorni ha fatto inesorabilmente cadere.
Barboni che vediamo spesso nelle nostre città e che ci infastidiscono non poco col loro essere fuori dai nostri canoni di vita.
Che puzzano e che ci domandano una monetina. Che noi evitiamo, cambiando spesso marciapiede.
Barboni che quando muoiono dal freddo, respinti dalla società, diventano magicamente clochard.
Ebbene si… al momento stesso della loro dipartita vengono promossi al grado di clochard.
Clochard, un termine quasi romantico, un termine che non puzza più.
In quel termine c'è tutta l'ipocrisia della nostra società, che non è giusta per tutti, ma che ha bisogno di giustificarsi di fronte ai propri limiti e di sentirsi giusta per tutti.
Questo post è per Whitney, Carlo, il mio amico Giovanni e per tutti i barboni, che per me restano barboni anche quando muoiono.
Restano barboni col loro puzzo e con tutta la loro dignità di barboni.

Fletto i muscoli e sono nel vuoto

3 commenti:

  1. Fanno notizia solo quando muoiono... hai ragione... purtroppo.

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  2. La livella, la chiamava Totò.
    Una giova artista, un attempato scrittore, un barbone senza tempo e senza età. Nella stessa riga dello stesso post.
    Sei il Principe della rete.
    Bravo SuperGi.

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